mercoledì 26 dicembre 2007

Un regalo di non-Natale!!


Non impazzisco per il Natale, dire che non sia la mia festa preferita è un eufemismo. Gli effetti collaterali alle canzoni sdolcinate, agli auguri di pace e bene e allo sbaciucchiamento generale, di solito sono un cinismo in rapida ascesa e addiruttura l'odio per la cucina e il cucinare!!!!
Allora invece di elencarvi il menù di quest'anno vi regalo un racconto che mi è stato regalato da un mio talentuoso amico.
Queste parole mi restituiscono un po' dell'aria pungente di una città che amo; il vagare impegnato e concentrato in una solitudine di cui a volte si ha una gran voglia!

Lettera da Paris

Dunque, il pollo ce lo mettono dappertutto… anche il kebab, che qui si chiama sandwich greco, lo puoi chiedere col pollo… e dentro gli mettono le patatine fritte, mica l’insalata come da noi, ti chiedono solo che salsa vuoi… se chiedi piccante ti mettono l’arissa… che non amo… sennò scegli tra ketchup e maionese…

C’è un arabo vicino Barbes che fa il pane e fa dei panini buonissimi… ci puoi mettere uovo e patatine, che alla fine è una specie di omelette…

Victor non ama le ostriche perché dice che sono vive, però mangia la lingua e les escargot… ah io adoro les escargot, ma la lingua sa di lingua, mi è sembrato di limonare con un vitello… comunque Victor non sopporta nemmeno il sushi… in effetti dice che lumache e lingua sono cucinate… è l’essere vivente crudo che lo disturba…

Per cucinare a casa non abbiamo il gas ma queste dannate piastre incandescenti… non le sopporto perché non le so regolare… esistono molti cibi veloci che basta riscaldare se sei solo e non hai voglia di cucinare… io a volte li prendo e li riscaldo lassù, ma in teoria ci vorrebbe il microonde…

Ieri Victor ha cucinato riso con curry, ovviamente ci ha messo dentro il pollo, loro ce lo mettono dappertutto, come dicevo…

Io cucino soprattutto italiano ma qui la carne e il pollo sono quasi sempre buoni, almeno dove la compra Victor, che non so dove.. e anche le patatine… non mangio fuori da secoli ma non ho mai mangiato fuori senza cercare les escargot…

I vini sono abbastanza buoni e non costano tanto, i vini francesi soprattutto… qui li prendi a meno, ovviamente, intendo i vini francesi… sia i rossi che i bianchi, già a due euro trovi cose accettabili, almeno per noi che siamo bevitori distratti, che ci basta un vino decente, non orribile… ma poi salendo di cifra si migliora ancora… solo che non so ancora quali sono le cose eccezionali…

Quella che mi stupisce è l’acqua, è sempre buona, di diverso sapore e con vari tipi di bollicine, io la cambio sempre, non ho ancora capito quale mi piace…

La pizza me l’aspettavo peggio, ma non mi fa impazzire… poi trovo solo la pizza al taglio, tagliata a lunetta, è un'altra cosa… è strano perché anche qui la fanno gli egiziani, come da noi… forse si sono adeguati al gusto dei francesi e gliela fanno meno buona apposta…

Anche il caffè è un’altra cosa, ma non mi disturba, anzi adesso mi piace, prendo sempre il caffè francese, stai seduto un po’ di più… è come prendere il the, ma il sapore è abbastanza buono, c’è un bar qui di fronte che lo fa molto buono…

Le sigarette e tutto ciò che concerne il fumo costa troppo, spendi almeno cinque euro per un pacco di light, e un accendino piccolo costa quasi due…

I formaggi sono molto forti ma ce n’è di buonissimi… e un'altra cosa che mi stupisce sono i dolci, non tanto i dolci arabi che sono buoni ma più di uno ti stanca… parlo degli yogurt e delle creme, per i quali ho un debole infantile… esistono a tutti i sapori, ma mica doppi come facciamo noi… oggi ho preso una crema al gusto di biscotto che era veramente buona… ho speso meno di un euro per quattro barattoli…

Adesso mi appresto a cucinare, mi farò delle salsicce di vitello, ne ho trovate di ottime, le sfumerò al vino rosso, come facevamo noi, quando vivevo con te… e credo che taglierò dei funghi per contorno, e un po’ di pomodori, i pomodori, mi stupiscono… questi di Belleville sono più buoni che a volte da noi, a Roma… poi berrò due bicchieri di un rosso di Bordeaux… Ho trovato un posto, chez Nicolas dove trovo vini particolarmente buoni, e Nicolas che li conosce me li suggerisce, quindi quando voglio diventare un bevitore più attento, c’è Nicolas per me, ma è un po’ caro… comunque ieri abbiamo preso un Syrah del Marocco, che come sapore mi ricordava molto i Syrah di Sicilia…

Insomma quello di cui voglio parlarti, amore mio, è del fatto che mi sveglio da solo… mi sveglio da solo e mi arrangio… questo è quello che è cambiato… e questo è quello che è l’occidente… a Roma come a Paris…

Di ... Fabrizio Pizzuto.

giovedì 20 settembre 2007

Tortino ai fichi


Nelle mie peregrinazioni web tra food blogger più esperti di me, in cerca di ispirazione ho letto questa ricetta che vorrei proprio provare!

per 6 tortini o una torta grande:

pasta brisée come qua
160g di caprino
1 uovo
1 cucchiaio di senape (con grani)
1 cipolla rossa
2 fichi
erba cipollina
1 noce di burro
sale e pepe
qualche filetto di mandorla o pinoli
Preparate la pasta brisée come qua e mettetela in frigo per mezz'ora. Stendetela poi in piccole tortiere monoporzione (o in una grande) e fatela dorare in forno caldo a 180° per 10 minuti. Nel frattempo amalgamate bene il caprino, il cucchiaio di senape, l'uovo e una punta di sale. Fate stufare lentamente in una noce di burro la cipolla rossa tagliata fine e mezzo bicchiere d'acqua, coprite fino a che la cipolla diventa lucida e trasparente. Tagliate i fichi a fettine sottili. Estraete dal forno le tortine, disponeteci un cucchiaio di crema di caprino, sistemate le cipolle e i fichi. Rimettete in forno per altri 10 minuti circa. Appena prima della fine cottura, colorate le tortine con qualche stelo di erba cipollina, le mandorle e un filo d'olio. Rimettete ancora 2 minuti in forno e servite calde con insalata verde.

lunedì 10 settembre 2007

La pâte brisé della Memè

Qui comincià la serie: Raccontami una ricetta
Non so voi ma le ricette che preferisco sono quelle donatemi o raccolte in occasioni speciali.
Ci sono piatti e sapori che mi ricordano momenti, fasi della mia vita, che associo a soprese, viaggi, scoperte e conoscenze; e molto spesso, chiudendo gli occhi, ad un sapore associo un volto!
Così, pubblicando questa serie di ricette, tanto generosamente affidatemi, sarà come raccontare un po' delle cuoche e cuochi incontrati.

E allora... la Pasta brisé della Memè! La Nonna non è la mia ma della mia ex coinquilina Chantal, con la quale ho diviso un accogliente e charmant monolocale in 209, Bd. Saint Germain a Paris!
In quei mesi trascorsi nello "stato di grazia"di studentessa erasmus ho fatto la conoscenza della quiche, soluzione pret à manger, alla fame che solo il girovagare a naso in sù in una città come Paris ti provoca. Ad un primo approccio con la versione congelata dell'incontournable quiche lorraine, è seguita la fase "me la faccio da sola" ed è là che è intervenuta la Memè.






 














Direttamente dall'Alsazia ecco la sua versione della pasta brisée, requisito fondamentale per poter dar vita a tutte le quiche che vi passano per la testa!

Ingredienti:
200g di farina 00
100g di burro (meglio se burro salato, meglio se francese...)
1 pizzico di sale (ovviamente se la base vi servirà per dolci evitate)
1 cucchiaio di zucchero ( ovviamente solo per la versione dolce)

Tagliate il burro a tocchetti e lavoratelo con la farina, con la punta delle dita. Aggiungete all'occorrenza sale o zucchero e un po' di acqua leggermente tiepida, quella che basta per creare un pasta liscia.
La pasta brisée non va lavorata troppo altrimenti il burro si riscalda e l'impasto non tiene bene.
NB. in questa ricetta la Memè non mette l'uovo e il risultato è una pasta più friabile, se invece avete difficoltà con l'impasto o volete una base un po più resistente per un ripeno abbondante potete aggiungere un uovo.
Infine, creato un panetto, ora bisognerà avvolgerlo ad un pellicola e farlo riposare per un' oretta in frigo.
Per la cottura io consiglio di cuocere in bianco la pasta in uno stampo imburrato per un 10 min.a 180° e poi terminare la cottura con il ripieno per altri 15 min circa.

giovedì 23 agosto 2007

Da qualche parte si dovrà pur cominciare...


Ed io comincerei da qui... Fine Agosto. Per dare un'aggiustatina alla retorica e al luogo comune... Roma è ancora deserta... Forse più che a Ferragosto!
Ma noi, mi riferisco ad una ancora per poco impegata ministeriale e il suo compagno addetto check-in, decidiamo di far finta che è sabato e di uscire per una pizza.
Direzione Margarì. L'aspettativa era quella di una seratina tranquilla davanti ad una buona pizza napoletana D.O.C. e magari qualche zeppoilna ma aimhè: "chiuso per ferie". Per inciso, sarò sfortunata ma non è la prima volta che mi succede!
Insomma, ripieghiamo, dopo essere passati anche Da Domenico, (anche lui chiuso), su il Ristorante Dall'oste (Via del Pigneto, 154/156 Roma). Devo ammettere che quando esco con un'idea ben precisa del tipo di serata culinaria che desidero, i cambiamenti di programma e le improvvisazioni non mi entusiasmano ma dopotutto " provar" non nuoce.
Ci sistemano in un angolo del locale. Guardiamo il menù che svela le diverse anime del posto (forse troppe): pizzeria, bisteccheria (carne argentina, danese, etc.) e infine piatti del giorno a base di pesce.
Rimango fissa sul mio proposito: "seratina in pizzeria" e ordino, prima di tutto un fiore di zucca (questo gesto è per me a metà tra la prova del 9 e un rito propiziatore), birra e infine pizza capricciosa (che c'è un po' di tutto!).
La prima delusione della serata: arriva il mio fiore, un tantino troppo brunito, non certo sinonimo di frittura salutare! Procedo ma... il cuore era ancora congelato... NOOOOOO! Si scusano, ovviamente, e dopo qualche minuto ecco il secondo fiore. Veramente troppo brunito e grondante di olio!!!!! Dopo questo presaggio infausto l'analisi della pizza di dimensioni giganti ma di spessore inesistente è stata impietosa. Una capricciosa, con una crisi d'identità (in realtà averebbe tanto voluto essere una rossa con funghi se non fosse stato per quella fettina raminga di prosciutto e il carciofino solitario) per non parlare della pizza patate e mozzarella con patate dell'arrosto prestate alla pizza, aglio compreso...
Insomma una serie di buccie di banana, di rovinose scivolate e la ricorrente riflessione: Abbiamo veramente bisogno dell'ennesimo ristorante - pizzeria che non ti lascia nulla se non una gran sete e un portafogli più vuoto?