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domenica 10 marzo 2013

la mia roma sparita...e ritrovata

  

I volti, le pietre, la città: Mario Carbone, Emilio Gentilini 1952 – 1985, fotografie dalla collezione del Museo di Roma in Trastevere, dal 1 Marzo al 5 Maggio, Museo di Roma in Trasvere.



La sensazione, allo stesso tempo sconfortante e confortante, che caratterizza i miei ritorni a Roma e' ultimamente la consapevolezza dell'immobilita' di questa citta' o quanto meno, la lentezza pachidermica che contraddistingue il suo processo di cambiamento. 
Impalcature che entrano a far parte del landscape metropolitano, quasi fossero state li' per millenni come il Colosseo, forni nascosti che sfornano nel cuore della notte cornetti caldi dal nome irriverente( sorchetta doppio schizzo), sempre gli stessi crateri formati dallo scrosciare dell'acqua di temporali estivi.
L'ora dell'aperitivo, la stessa di cinque anni fa, al solito posto...lo stesso buffet e lo stesso Cosmopolitan ( Freni e Frizioni)


 

Il cappuccino e il cornetto preferito, al bar dove andavi dieci anni fa e il barista del quale ricordi perfettamente il nome, che ti guarda come fossi un fantasma e ti chiede come va.
Questa e' la mia Roma a volte sparita perche' non piu' quotidiana, perche' ricordo e nostalgia ma sempre ritrovata e a volte riscoperta come nel caso di posti che, se fossi li, visiterei spesso come Eataly.
Filiale romana, aperta da meno di un anno, del riuscitissimo esperimento di marketing culinario per la vendita e la promozione delle eccelleze italiane-alti cibi-come recita il sottotitolo del nome.
Una sorta di grande centro commerciale stabilitosi sui 4 piani dell'abbandonato ex Air Terminal Ostiense, in un quartiere gia' colonizzato da un colosso della cultura gastronomica italiana: Il Gambero rosso, con la sua Citta' del Gusto.

La formula di Eataly prevede diversi reparti e ristoranti tematici, un piano dedicato a convegni, seminari, attivita' e perfino una libreria a tema gastronomico.
In qualche modo mi ha ricordato il concept dell'americano Whole Foods, approdato anche qui in terra Angla. Il punto e' che nei 4 piani, protagonista assoluta e' l'Italia e il suo variegato patrimonio culinario, mentre in uno degli, pur altrettanto grandi Whole Foods, si trovano prodotti di cucine di tutto il mondo che riescono nell'intento di riempire decine di scaffali.

Una paragone del genere vuole solo mettere l'accento sull'unicita' e la ricchezza di un Paese ultimamente troppo bistrattato e beffeggiato anche dai suoi stessi cittadini.
La scelta di mostrare al mondo il meglio della piccola e grande produzione enogastronomica italiana, rappresentata da marchi storici e da piccole produzioni di nicchia, e' un modello che si potrebbe e soprattutto dovrebbe seguire per promuovere altre eccellenze italiane.

Accogliere e guidare il consumatore e l'appassionato di cibo in un viaggio attraverso il nostro paese, non declamando primati ma facendoli assaggiare e lasciando la possibilita' di portarseli a casa e' quello che ho visto a Eataly.



E sull'onda di questa idea sono felice di condividere con voi la conoscenza di un artigiano del gelato che predica e non solo, gli stessi valori. 

Nella vecchia e sgangherata Roma del mio cuore, nel quartiere San Lorenzo, c'e' ora il Gelataccio.
Il meglio degli ingredienti del Lazio, quando possibile, danno vita al gelato alle fragole di Terracina, al caffe' di Sant'Eustachio, alla ricotta D.O.P. di Rieti con l'anice, alla ciliegia Cerasa di Palombara Sabina o alle nocciole dei Monti Cimini.
Gli fanno compagnia ingredienti ormai internazionalmente riconosciuti come il Pistacchio di Bronte certificato o il marsala siciliano per aromatizzare lo "Zabaione Vecchio Marsala".
 Il tutto puo' essere gustato mangiando da coppette e cucchiaini della Minimo Impatto, azienda di Fiano Romano che fa prodotti biodegradabili e compostabili.
Insomma, con un po' di anticipo sulla tabella di marcia delle stagioni, io andrei a dare un'"assaggiata" per supportare un mastro gelataio onesto che crede in quello che fa e soprattutto per gustarvi un po' di quella Roma sparita che amo tanto.










martedì 21 ottobre 2008

Un incontro fuori stagione ...


Ma chi l'avrà mai detto poi che il gelato si mangia solo d'estate? Devo essere onesta, la mia voglia di gelato si era leggermente sopita in questo bizzarro inizio d'autunno ma la scoperta della Gelateria Frigidarium ha ridestato in me golosità e curiosità. Si perchè al mio classico cono pistacchio, cioccolato e panna sono seguite tante domande sull'arte della gelateria, vanto "italico" troppe volte sbandierato e tradito!!!


Ma bando alle retoriche! Ho mangiato un buonissimo gelato al pistacchio, delicato e cremoso di un bellissimo verde pallido! si si proprio bellissimo perchè, mai come nel caso del pistacchio, il fatto estetico conta e coincide con la qualità. Vi prego diffidate dal verde Shrek adagiato in vaschette strabordanti!
Per parlarvi del gelato di Frigidarium potrei parlarvi della scelta delle materie prime, pistacchi di Bronte, mandarini freschi, cioccolato, mandorle della Sicilia, cannella; potrei raccontarvi dell'alchimia che doma il ghiaccio e lo trasforma in cremosa golosità ma forse basterebbe parlarvi di una persona che ama il proprio lavoro e su un bel cono ci mette onestà, passione, creatività e poi lascia a te l'ultima parola: "panna o cioccolato?"

GELATERIA FRIGIDARIUM Roma - Via del Governo Vecchio, 112 (Piazza Navona)

martedì 2 settembre 2008

Tris di mare e tarrocchi cinesi


Non saprei dire se alla domanda "Taberna di pesce in un ristorante cinese del Pigneto" i Ching mi avrebbero risposto che è ora di attraversare il grande mare. Pero l'oracolo in ogni caso sarebbe stato di buon augurio, anche se di cinese il ristorante ha solo ritenuto la memorabile decorazione. Ed è invece un tris mediterraneo a farci attraversare il grande mare: in cucina e in sala la triade Puglia / Campania / Sicilia (regioni d'origine dei tre ragazzi che gestiscono il ristorante) opera con rapidità' e larghezza visiva. Nel menu ottimo il calamaro ripieno (con pignoli e uva passata in bianco è davvero gustoso), insieme al consueto pesce del giorno alla griglia. Interessante l'antipasto misto (sgombro, alici, salmone). La cena completa è con dessert e vino bianco ed un conto sui 25 euro.
Jean-Denis Le Dinahet

Taberna 3Hg
Roma, Circonvallazione Casilina 51 (Pigneto)
tel. 349 5340695
prezzo intorno ai 25Euro
chiuso lunedì



venerdì 18 luglio 2008

Di gelsomino e Jazz...Parte II




... e jazz che inaspettatamente si è mescolato al profumo dei gelsomini e dell'erba umida del parco di Centocelle, in occasione di una manifestazione che spero potrà diventare un appuntamento.

La conoscenza del luogo dove vivi è questione di tempo, é un collage di diversi sguardi attraverso i quali selezioni la tua quotidianità e di suoni che associ alle vie che percorri.

Ognuno di noi racconterà il suo quartiere, la sua città e il mondo che ha fatto suo in maniera diversa ed è questo il senso profondo del viaggio. Dopo tutto non è sempre necessario andare lontani per vivere una bella serata!

giovedì 17 luglio 2008

Di gelsomino e jazz...Parte I



Al Posto Giusto, Via dei Gelsi, 142 - 00172 Roma (0039 06 2573904 - 0039 339 4789096, Chiuso la Domenica)

Ecco a voi un post sinestetico ad accompagnare questa segnalazione culinaria.
Una bella serata è una questione di "sensi", un profumo che ti ricorda una melodia e un sapore che accarezza il tuo palato come la più rassicurante delle carezze materne.
La buona cucina, quella onesta, come mi piace definirla, è rassicurante perchè va dritta al sodo. Così,quando ti siedi al tavolo di un ristorante per mangiare del pesce è un piacere vedere sfilare , piatto dopo piatto...del pesce!
"Al posto giusto" funziona così! Se non siete mai stati ve lo spiegheranno subito senza tergiversare. Si comincia con degli antipasti misti; nessun imbarazzo"nella scelta"ma solo perchè l'ambiente è informale, nella migliore tradizione delle trattorie romane, e gli assaggi di pesce, prima freddi e poi caldi, si avvicendano con un balletto.
Se poi si conclude la cena con un abbondante primo e una freschissima grigliata, il tutto accompagnato da una bottiglia di verdicchio bianco (si può fare!), un' altra certezza si aggiunge a quelle che ti fanno sentire a posto con il mondo: la cena costerà 30 euro!

E così in un quartiere che profuma di gelsomini, con cui sto facendo amicizia e che mi riserva sorprese, ieri sera è cominciata la nostra serata per poi finire in musica... continua

giovedì 10 luglio 2008

Suonare a casa ...


possibilmente all'ora di cena ...



Piatti della sera

Bocconcini di merluzzo alla portoghese
Tonno in crosta di pistacchio
Insalata di peperoni e fragole
Carpaccio di pesce spada affumicato e ricotta romana

venerdì 2 maggio 2008

1° MAGGIO ...


Un bel sole e un odore di primavera... gelsomino, fiori d'agrumi e erba fresca che si mescola a un penetrante e appetitoso odore di carne alla griglia.
Il 1° maggio a Roma, in una colarata periferia, è esattamente questo e qualcos'altro ...
Un lungo tavolo e un' allegra brigata rumorosa, alle prese con un pranzo pantagruelico.
Il menu è presto detto:
bruschette profumate all'aglio con pomodorini pizzutelli

Trionfo di carne alla griglia (braciole, bistecche, spuntature e salsiccie)
che ha proprio un altro sapore ... vero?!!!!

Verdure grigliate e soprattutto ... loro
Fave e pecorino
protagoniste indiscusse della primavera romana!
Ma il vero tocco da chef lo hanno dato i sorrisi dei partecipanti al banchetto e soprattutto i padroni di casa!
Buon 1° maggio ... lavoratori!!!!

giovedì 23 agosto 2007

Da qualche parte si dovrà pur cominciare...


Ed io comincerei da qui... Fine Agosto. Per dare un'aggiustatina alla retorica e al luogo comune... Roma è ancora deserta... Forse più che a Ferragosto!
Ma noi, mi riferisco ad una ancora per poco impegata ministeriale e il suo compagno addetto check-in, decidiamo di far finta che è sabato e di uscire per una pizza.
Direzione Margarì. L'aspettativa era quella di una seratina tranquilla davanti ad una buona pizza napoletana D.O.C. e magari qualche zeppoilna ma aimhè: "chiuso per ferie". Per inciso, sarò sfortunata ma non è la prima volta che mi succede!
Insomma, ripieghiamo, dopo essere passati anche Da Domenico, (anche lui chiuso), su il Ristorante Dall'oste (Via del Pigneto, 154/156 Roma). Devo ammettere che quando esco con un'idea ben precisa del tipo di serata culinaria che desidero, i cambiamenti di programma e le improvvisazioni non mi entusiasmano ma dopotutto " provar" non nuoce.
Ci sistemano in un angolo del locale. Guardiamo il menù che svela le diverse anime del posto (forse troppe): pizzeria, bisteccheria (carne argentina, danese, etc.) e infine piatti del giorno a base di pesce.
Rimango fissa sul mio proposito: "seratina in pizzeria" e ordino, prima di tutto un fiore di zucca (questo gesto è per me a metà tra la prova del 9 e un rito propiziatore), birra e infine pizza capricciosa (che c'è un po' di tutto!).
La prima delusione della serata: arriva il mio fiore, un tantino troppo brunito, non certo sinonimo di frittura salutare! Procedo ma... il cuore era ancora congelato... NOOOOOO! Si scusano, ovviamente, e dopo qualche minuto ecco il secondo fiore. Veramente troppo brunito e grondante di olio!!!!! Dopo questo presaggio infausto l'analisi della pizza di dimensioni giganti ma di spessore inesistente è stata impietosa. Una capricciosa, con una crisi d'identità (in realtà averebbe tanto voluto essere una rossa con funghi se non fosse stato per quella fettina raminga di prosciutto e il carciofino solitario) per non parlare della pizza patate e mozzarella con patate dell'arrosto prestate alla pizza, aglio compreso...
Insomma una serie di buccie di banana, di rovinose scivolate e la ricorrente riflessione: Abbiamo veramente bisogno dell'ennesimo ristorante - pizzeria che non ti lascia nulla se non una gran sete e un portafogli più vuoto?