lunedì 8 dicembre 2008

Pierre Marcolini, Chocolatier


Solo una segnalazione.
Per puro caso mi è capitato di assaggiare questo cioccolato! squisito! ma d'altronde ho avuto la fortuna di assaggiare una creazione di un maître chocolatier.
Dunque in attesa di una nuova degustazione magari varcando la soglia del mondo del cioccolato di Pierre Marcolini vi lascio questo appunto.

domenica 7 dicembre 2008

Cheese Cake al Broccolo


Cheesecake again!
Ecco gli ingredienti di un'altra variante:

1 cavolo non troppo grande
165 g di certosa
1 arancia
50 g di burro leggermente salato
2 uova
150 g di biscotti digestive
1 cucchiaio di zucchero di canna
cannella
pepe

Per la ricetta rimando ad un mio precedente post.

mercoledì 3 dicembre 2008

Berlin...






Che dire, beh! ci sarebbe molto da dire su una città dall'identità così complessa, policentrica, proiettata verso un futuro che si costruisce su un passato da cui non si può e non si vuole prescindere. Dal punto di vista culinario devo ammettere che non mi sono buttata in degustazioni spericolate; direi che mi sono tenuata decisamente sul classico.
Brezel classico, in strada, mentre aspettavo il mio turno, immancabile currywurst kartoffel e crauti a pranzo e una lunga passeggiata per raggiungere un indirizzo caldamente consigliato:

Zur kleinen Markthalle
, Legiendam 32, Berlin
dove la specialità della casa è un grosso Schweinshaxe o volgarmente detto stinco di maiale!!
Per gli amanti della carne, sicuramente un' esperienza da fare!

Unica concessione all'ortodossia della cucina "germanica" è stata una capatina in un indiano e una bellissima e rilassante serata in un ristorante turco scovato per puro caso grazie alla segnalazione di un passante! quando si dice fortuna!
In un' atmosfera accogliente e rilassata creata da una conduzione familiare sono riuscita finalmente a mangiare vegetariano, dopo la "grande abbuffata" carnivora.

Defne restaurant, Planufer 92 c, quartiere di Kreuzberg, Berlin

venerdì 28 novembre 2008

Revival ... femminista


Tessere le lodi del piatto unico mi sembra molto anni 80. Oggi le pubblicazioni si concentrano su temi decisamente più di tendenza (ved. finger food, cucina etnica etc.) Mi sembra ancora di sentire i tormentoni delle massaie/lavoratrici sotto l'ombrellone; tutte lì a vantarsi delle loro ricette bi-tri-cefale che con un colpo solo e con un notevole risparmio di tempo assicuravano a tutta la famiglia un gustoso pasto completo e equilibrato. Direi che oggi come ieri il piatto unico svolge ancora la sua funzione a patto che si lavori di leggerezza e magari di semplicità di esecuzione rispetto ai classici del genere. E allora approfitto per dare il mio contributo con questa ricetta che mi ha risolto velocente una cenetta a due!

Ingredienti

tranci di nocciolino anche detto spinarolo
passata di pomodori
1 cipolla di tropea
1 spicchio d'aglio
2 zucchine
qualche foglia di basilico
farina q.b.
curry q.b.
200 g di paccheri
brodo vegetale (anche se sarebbe meglio di pesce)

Affettate finemente una cipolla e lasciatela imbiondire insieme allo spicchio d'aglio.
Unite i tranci di spinarello al soffritto e sfumate con del vino bianco. Lasciate evaporare il vino e aggiungete un bicchiere abbondante di passata. Lasciate cuocere il sugo senza che la polpa del pesce si sfaldi.
Salate e pepate a vostro piacere.
Intanto mettere l'acqua per la pasta sul fuoco. Dall'ebollizione lasciar cuocere i paccheri e tirarli su qualche minuto prima del necessario. Unirli al sugo e terminare la cottura della pasta aggiungendo del brodo.
Mentre la pasta cuoce, infarinate le zucchine tagliate a listarelle nella farina aromatizzata da un bella manciata di curry. Friggete le listararelle insieme a qualche foglia di basilico. Impiattare unedo alla pasta le zucchine ben calde e le foglie di basilico. Terminate con una spolverata di sale e pepe nero prima che si raffreddi.

giovedì 6 novembre 2008

Il tempo delle mele II


Sempre all'insegna del "cosa ci faccio con tutte queste mele?"mi è tornato alla mente un'accostamento intrigante sperimentato dal mio guru dei foodblogger.
Per lo più e me ne accorgo solo ora, lei ha pubblicato la ricetta in questione esattamente un anno fa e il fato ha voluto che il desiderio di questi sapori mi prendesse per la gola proprio lo stesso giorno di un anno dopo. Sarà Novembre, sarà la nostalgia per il tepore del sole, sarà che è piovuto e sarà che è il tempo delle mele ma mi sento di istituire ufficialmentel, il 5 novembre, l'anniversario della zuppa d'autunno!
Di necessità virtù la mia zuppa non è un esecuzione pedissequa di quella del Cavoletto. L'ho modificata un tantino con quello che avevo in frigo ma mi sento di promuovere a pieni voti la variante.

Zuppa di ceci, mele e curry di Raffaella

Ingredienti
250 g di ceci lessi
3 piccole mele, meglio se un po'alcoliche
1 cipolla rossa
1 patata
brodo vegetale qb
curry a vostro piacere
un rametto di rosmarino
sale
un tocchetto di burro
tokai ungherese

Tagliate a spicchi sottili le mele, la cipolla e la patata.
In un tegame fate rosolare cipolla, patata e mele, con il burro, dell'olio e un rametto di rosmarino. Sfumate con del vino e aggiunte ceci e curry. Ricoprite le verdure con il brodo fino a che le patate non saranno diventate belle morbide. Infine con l'aiuto di un mix frullate le verdure. Aggiustate la consistenza della zuppa con del brodo e aggiungete il sale.
Se preferite, ed è il mio caso, potete lasciare la zuppa un po' grezza evitando di frullarla troppo.

lunedì 3 novembre 2008

Il tempo delle mele


La scelta degli ingredienti è obbligata almeno fino a quando la cantina nella vecchia cascina di famiglia non deborderà più di piccole mele profumate.
L'abbondanza di pomi è un fenomeno che si verifica con una certa cadenza (ma non chiedetemi di essere precisa) e quando succede urge una buona dose di fantasia per rendere omaggio a madre natura senza fare un' indigestione visiva, olfattiva etc. di mele.
Allora, dopo il classico cake, quattro quarti, che non ho pubblicato per pudore, vista la quantità di versioni nella blogsfera, ecco una tarte au flan rivisitata in versione autunno-inverno 2008.
Dolce dalla semplicità disarmante, come tutte le cose semplici può essere difficile da riproporre così da accontentare le nostre aspettative e il ricordo della prima fetta, ben fatta, che si è assaggiata.
Questo è il mio caso, infatti, sono solo due volte che ripeto l'esperimento e sento che ancora bisogna lavorarci sù.
Per ora provate questa versione, inviatami da due care amiche, direttamente da una rivista francese, sapendo quanto amassi mangiare une tranche de tarte au flan au bord de la Senne.

Tarte au flan au pommes

Ingredienti
Per la pasta brisée
guarda il post

Per la crema
150 g di farina
110g di zucchero
3 tuorli
1/2 litro di latte
25 cl di yogurt alla vaniglia
1 goccia di estratto di vaniglia
10 g di burro
4 piccole mele
2 cucchiai di zucchero di canna
una spolverata di cannella

Per preparare la pasta brisée vi rimanderei alla ricetta già postata con la differenza che, nel caso della tarte au flan, la base deve essere sottile il più possibile purchè riesca a tenere il peso della crema.
In un'altra terina sbattete i tuori con lo zucchero, aggiungete la farina, fino ad ottenere una pasta omogenea.Versate poi il latte aromatizzato con la vaniglia e lo yogurt. Con una frusta sbattete leggermente perchè si amalgami lo yogurt.
Tagliate a spicchi le mele e conditele con lo zucchero di canna e una manciata di cannella.
Preriscaldate il forno a 210° per 7 minuti mentre avrete sistemato la pasta in uno stampino imburrato. Versate, infine, il preparato per la crema che deve risultare liquido. Cuocete la tarte per circa 30 minuti. Poi tiratela fuori e adagiategli sopra gli spicchi di mele. Ultimate la cottura per altri 10 minuti e ricordate di servire la tarte quando si sarà completamente raffreddata.

martedì 21 ottobre 2008

Un incontro fuori stagione ...


Ma chi l'avrà mai detto poi che il gelato si mangia solo d'estate? Devo essere onesta, la mia voglia di gelato si era leggermente sopita in questo bizzarro inizio d'autunno ma la scoperta della Gelateria Frigidarium ha ridestato in me golosità e curiosità. Si perchè al mio classico cono pistacchio, cioccolato e panna sono seguite tante domande sull'arte della gelateria, vanto "italico" troppe volte sbandierato e tradito!!!


Ma bando alle retoriche! Ho mangiato un buonissimo gelato al pistacchio, delicato e cremoso di un bellissimo verde pallido! si si proprio bellissimo perchè, mai come nel caso del pistacchio, il fatto estetico conta e coincide con la qualità. Vi prego diffidate dal verde Shrek adagiato in vaschette strabordanti!
Per parlarvi del gelato di Frigidarium potrei parlarvi della scelta delle materie prime, pistacchi di Bronte, mandarini freschi, cioccolato, mandorle della Sicilia, cannella; potrei raccontarvi dell'alchimia che doma il ghiaccio e lo trasforma in cremosa golosità ma forse basterebbe parlarvi di una persona che ama il proprio lavoro e su un bel cono ci mette onestà, passione, creatività e poi lascia a te l'ultima parola: "panna o cioccolato?"

GELATERIA FRIGIDARIUM Roma - Via del Governo Vecchio, 112 (Piazza Navona)

venerdì 10 ottobre 2008

Cake ... Cocco ...Carote ...Cannella ...


Sapete il gioco preferito dagli studenti? ma si quello che scandaglia tutto lo scibile durante un'oretta di supplenza piovuta come dal cielo? Nomi, cose, città e animali!
La lettera di turno è la "C" e allora ho dato fondo a tutte le "C" a disposizione per improvvisare e magari collezionare un buon punteggio!
Di solito in cucina mi intrigano di più le dissonanze ma questa volta mi sono lasciata prendere dalle consonanze, oltre che di gusto, anche di consistenza. Si perchè consiglio questo dolcetto a chi ama qualcosa di leggermente croccante e soffice allo stesso tempo. Provare per credere!

Ingredienti
farina, 120g
amido di mais, 50g
zucchero,150g
burro fuso, 150g
uova, 3
farina di cocco 3 cucchiai
carote grattuggiate finemente, 2
lievito per dolci, un cucchiaio
cannella in polvere, un cucchiaino

Montare le uova con lo zucchero, per qualche minuto, usando un mixer, così da rendere il composto bello spumoso. Aggiungere poco per volta, senza smettere di sbattere, farina, amido e lievito settacciati. Aggiungere infine le scaglie di cocco, le carote grattuggiate e una punta di cannella.
Imburrare una teglia da pluncake e versare il composto che dovrà cuocere in forno preriscaldato per circa 40 min a 180°.

martedì 2 settembre 2008

fior di zucca ... per te ... ho comprato stamattina ...


E' più forte di me! non riesco a resitere al giallo sole che fa tanto primavera/estate di un mazzetto di fiori di zucca. Quasi bello come il giallo vellutato dei tulipani, quasi bello come il giallo fresco dei limoni, quasi bello come il giallo profumato di lenzuola stese al sole ma con qualcosa in più ... è un giallo buono! Un giallo buonissimo se penso ai capitolini fiori di zucca ripieni di mozzarella e alice, avvolti da una morbina e leggerissima pastella. Così se prendiamo una di queste delizie, magari nella variante, che mi è capitato di assaggiare (non ricordo più dove ... ma certamente Roma), con la ricotta di pecora nasce questa pasta veramente sfiziosa.


Ingredienti per 2 porzioni ca.
1 mazzetto di fiori di zucca
100 g di ricotta di pecora
2 filetti di alice
1/2 cipolla
sale e pepe
250 g di cavatelli freschi
pepe nero q.b.

Tagliare finemente la cipolla. Lasciarla imbiondire nell'olio e unirvi i fiori di zucca ridotti a listarelle e privati del pistillo. Lasciare appena che appassiscano e spegnere il fuoco.
In un altro pentolino sciogliore con un goccio di latte la ricotta, alla quale si deve unire il battuto di alici. Aggiustare di sale e aggiungere abbondante pepe nero (o peperoncino fresco se lo si preferisce).
Intanto si sarà fatta cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Una volta scolati, facendo attenzione a mantenere un cucchiaio di acqua di cuttura, si uniranno i cavatelli ai fiori e alla crema di ricotta. Ripassare il tutto in padella giusto il tempo che si amalgani e servire subito.

Tris di mare e tarrocchi cinesi


Non saprei dire se alla domanda "Taberna di pesce in un ristorante cinese del Pigneto" i Ching mi avrebbero risposto che è ora di attraversare il grande mare. Pero l'oracolo in ogni caso sarebbe stato di buon augurio, anche se di cinese il ristorante ha solo ritenuto la memorabile decorazione. Ed è invece un tris mediterraneo a farci attraversare il grande mare: in cucina e in sala la triade Puglia / Campania / Sicilia (regioni d'origine dei tre ragazzi che gestiscono il ristorante) opera con rapidità' e larghezza visiva. Nel menu ottimo il calamaro ripieno (con pignoli e uva passata in bianco è davvero gustoso), insieme al consueto pesce del giorno alla griglia. Interessante l'antipasto misto (sgombro, alici, salmone). La cena completa è con dessert e vino bianco ed un conto sui 25 euro.
Jean-Denis Le Dinahet

Taberna 3Hg
Roma, Circonvallazione Casilina 51 (Pigneto)
tel. 349 5340695
prezzo intorno ai 25Euro
chiuso lunedì



lunedì 11 agosto 2008

Pensa global ... mangia local


Così dopo una bella scarpinata su una collina verde irlanda a picco su un mare plumbeo ho ceduto alla tentazione di rimediare alla perdita "temporanea" di calorie con un piatto classicamente unto.
E così ... fish&chips for me, please!, smoked fish, with a vinager! ...
Non che sia stata proprio un'epifania ma la versione con il pesce affumicato è stata una gustosa variante. Soprattutto se, chuidendo gli occhi,vi sforzate di immaginare il gusto dell'affumicatura misto a quel gusto amarognolo di caffè e cacao di una pinta di Guinnes appena spillata. Era proprio quello che ci voleva. Buona compagnia internazionale (Brasile Francia e Italia), intorno ad un bancone che guardava il porto di Howt, scherzi, giochi di parole e, a volte, perfino un raggio di sole.

domenica 3 agosto 2008


Mezza pinta perché fuori piove ed è domenica. I dublinesi se la prendono comoda, shopping, birra e famiglia. E' una città rilassata dopo tutto e qui io sto molto bene da sola, vicina ad uno stonato stile The Commitments che batte le mani fuori tempo mentre un tizio che sembra viva della musica della sua chitarra suona vecchie canzoni.
Me lo avevano detto che Dublin era così ma ora lo so anche io!

In english

Half pint because it's raining and it's sunday.The Dubliners take it easy, a bit of shopping, beer and family.It'a laid back city after all and I feel good seating by myself next to a stun guy clapping out of time and an other guy that seems making a living from his music, playing old songs.
Someone told me that Dublin was exactly like that now I know for sure.

sabato 2 agosto 2008

Dove sono?



mercoledì 30 luglio 2008

Manfredonia style


E chi l'avrebbe mai detto che con le cozze avrei cucinato della pasta corta, ma che dico corta, cortissima e che mi sarei ricreduta dal mio scetticismo. Ad un piatto così, di estrema facilità servono ingredieni freschissimi per renderlo indimenticabile.
Ingredienti come il sole caldo di mezzoggiorno che ti asciuga la pelle salata dopo l'ultimo bagno in un mare smeraldino e ti ricorda che è ora di pranzo. Aggiungiamo poi una passaggiata mattutina in un rissoso (ma solo per scherzo) mercato rionale per comprare le materie prime e uno stage in cui il tuo tutor é una professionista dei fornelli casalinghi e il gioco è fatto.

Ingredienti

1kg di cozze
15 pomodorini pachino maturi
3 spicchi d'aglio
un mazzo di rucola selvatica
vino bianco per sfumare
qualche foglia di basilico
250 g di ditalini rigati

Lavare le cozze sotto l'acqua corrente avendo cura di privarle del filo che sporge dal guscio, con il quale la cozza si attacca allo scoglio.
In una padella mettete a rosolare uno spicchio d'aglio e poi adagiatevi le cozze. Bagnatele con del vino e copritele con un coperchio perche si cuociano, aprendosi.
In un altro pentolino preparate il sugo, lasciando imbiondire l'aglio nell'olio, unendovi i pomodorini tagliati a spicchi.
Lavate e scegliete la foglioline di rucola staccandole dal gambo più duro, altrimenti troppo amaro e ripassatele in padella con aglio e vino bianco. Aggiustate di sale e pepe.
Quando le cozze si saranno aperte privatele del loro guscio e filtrate il sugo di cottura.Unite le cozze, un cucchiaio di sauté, e la rucola al sughetto di pomodoro.
Scolate la pasta e unitela al sugo, ripassandola qualche minuto in padella.

venerdì 18 luglio 2008

Di gelsomino e Jazz...Parte II




... e jazz che inaspettatamente si è mescolato al profumo dei gelsomini e dell'erba umida del parco di Centocelle, in occasione di una manifestazione che spero potrà diventare un appuntamento.

La conoscenza del luogo dove vivi è questione di tempo, é un collage di diversi sguardi attraverso i quali selezioni la tua quotidianità e di suoni che associ alle vie che percorri.

Ognuno di noi racconterà il suo quartiere, la sua città e il mondo che ha fatto suo in maniera diversa ed è questo il senso profondo del viaggio. Dopo tutto non è sempre necessario andare lontani per vivere una bella serata!

giovedì 17 luglio 2008

Di gelsomino e jazz...Parte I



Al Posto Giusto, Via dei Gelsi, 142 - 00172 Roma (0039 06 2573904 - 0039 339 4789096, Chiuso la Domenica)

Ecco a voi un post sinestetico ad accompagnare questa segnalazione culinaria.
Una bella serata è una questione di "sensi", un profumo che ti ricorda una melodia e un sapore che accarezza il tuo palato come la più rassicurante delle carezze materne.
La buona cucina, quella onesta, come mi piace definirla, è rassicurante perchè va dritta al sodo. Così,quando ti siedi al tavolo di un ristorante per mangiare del pesce è un piacere vedere sfilare , piatto dopo piatto...del pesce!
"Al posto giusto" funziona così! Se non siete mai stati ve lo spiegheranno subito senza tergiversare. Si comincia con degli antipasti misti; nessun imbarazzo"nella scelta"ma solo perchè l'ambiente è informale, nella migliore tradizione delle trattorie romane, e gli assaggi di pesce, prima freddi e poi caldi, si avvicendano con un balletto.
Se poi si conclude la cena con un abbondante primo e una freschissima grigliata, il tutto accompagnato da una bottiglia di verdicchio bianco (si può fare!), un' altra certezza si aggiunge a quelle che ti fanno sentire a posto con il mondo: la cena costerà 30 euro!

E così in un quartiere che profuma di gelsomini, con cui sto facendo amicizia e che mi riserva sorprese, ieri sera è cominciata la nostra serata per poi finire in musica... continua

giovedì 10 luglio 2008

Suonare a casa ...


possibilmente all'ora di cena ...



Piatti della sera

Bocconcini di merluzzo alla portoghese
Tonno in crosta di pistacchio
Insalata di peperoni e fragole
Carpaccio di pesce spada affumicato e ricotta romana

martedì 24 giugno 2008

Riso all'indiana


Non ricordo con precisione dove ho scovato la ricetta di questo riso dal sapore mediorientale ma so che si avvicina molto, e forse è anche meglio, di quello che ho assaggiato la prima volta in un fast food orientale nei pressi di Santa Maria Maggiore (per la cronaca, lì fanno l'hummus più buono che abbia mai assaggiato a Roma) .
L'occasione per ripetere e pubblicare questa ricettina plurisperimentata è stata una spesa divertente che ho fatto ieri in un market di prodotti alimentari etnici (Selli intenational food store, via dello statuto 28) che consiglio assolutamente ai neofiti dell'argomento poichè lì i proprietari non saranno avari di suggerimenti.
Ecco la mia lista della spesa:
anacardi crudi
semi di cardamomo
uva sultanina
pistacchi al naturale
succo di goyave
succo di mango
mirtilli selvatici sciroppati

I primi tre ingredienti li ho già sistemati nella ricettina suddetta. Con gli altri che faccio? Chi vivrà vedrà!!!

Ingredienti per 4 porzioni

300 g di riso basmati
2 cipolle rosse di tropea
200 g di petto di pollo (facoltativo)
60 g di anacardi crudi
40 g di uva sultanina
3 bacche di cardamomo
1 spicchio d'aglio
una bustina di zafferano
cannella in polvere q.b.

Soffriggere la cipolla tagliata a spicchi insieme all'aglio, le bacche di cardamomo, che avrete pestato leggermente, un cucchiaino scarso di cannella in polvere, e lo zafferano diluito in un po' d'acqua calda. Rosolare i dadini di pollo nel soffritto per una decina di minuti.
Nel frattempo fate rinvenire l'uvetta in un bicchiere d'acqua calda e pestare gli anacardi con un mortaio.
Saltare il riso, lessato preventivamente, nel soffritto e aggiungere l'uvetta e gli anacardi.
Servire il riso tiepido.

lunedì 16 giugno 2008

Le farfalle di Nonna Celeste



Sembrava l'inizio di una favola e non ho potuto resistere. Basta un poco di ricotta zucchero e cannella.
La mia nonna me la faceva così! E il ricordo di un uomo che ripensa alla golosità della sua infanzia, mi ha incuriosito tanto da dover provare.

C'era una volta,
Nonna Celeste, lì, di spalle, nella sua cucina, avvolta da nuvole di vapore che per non deludere il suo piccolo gli raccontava che il sapore delle cose della vita poteva essere sia dolce che salato.
Una manciata di sale per le farfalle al dente che, in padella, incontravavo il profumo di latte e la cremosità della ricotta di pecora ancora calda per quanto era fresca, stemperata da un paio di cucchiai d'acqua di cottura. La magia si completava aggiungendo poco meno di un cucchiaio di zucchero e una spolverata leggera di cannella!
E il mestolo di Nonna Celeste diventava una bacchetta che con pochi gesti sapienti e affettuosi amalgamava per sempre gli ingredienti ai ricordi.

martedì 3 giugno 2008

Tollerabili intolleranze

Courtesy StarClear

Con i tempi che corrono signora mia! Certo che l'argomento "intolleranza" è quanto meno attuale.
Decliniamo allora l'argomento scottante in versione dolce e inauguriamo una rubrica di servizio per golosi che non vogliono rinunciare ad esserlo anche se non posso mangiare tutto tutto!
Quindi al grido"buongustai intolleranti unitivi!" Stella ha risposto con la sua torta della nonna, quasi un miracolo della chimica... glutine free, lattosio free, lievito free, albume free.
Insomma, provare, provare, provar, prov ... per credere.

Ingredienti

Pasta frolla per intolleranti a tutto (no glutine no albume no lattosio)
Mix di farina senza glutine (300 gr sono pochi quindi quantità a occhio)
150 gr di zucchero in polvere
150 gr di margarina
3 tuorli
buccia di un limone non trattato
vanillina

Crema pasticcera per intolleranti a tutto (no glutine no lattosio no albume)
4 tuorli
mezzo litro di latte di riso
4 cucchiai di farina riso
3 cucchiai di zucchero
buccia limone non trattato

Per la crema pasticcera
Mescolare le uova con zucchero, poi aggiungere la farina e mano a mano versare il latte senza fare grumi. Aggiungere la scorza di limone e poi, su fuoco basso, girare fino a quando la crema non si addensa.
Togliere la scorza di limone e lasciare raffreddare.

Per la pasta frolla
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere poi burro/margarina ammorbidito, la scorza di limone grattugiata, farina e vanillina. Lavorare l' impasto e lasciarlo riposare in frigo per un' oretta
Poi stendere la pasta in due dischi, uno più grande e uno più piccolo. Adagiare quello più grande nella tortiera imburrata/oleata poi metterela crema e ricoprire con il disco piccolo. Cospargere una manciata di pinoli e infornare per 40 min a 180 gradi.
Servire la torta spolverizzata con zucchero a velo (esiste in commercio un tipo che non presenta traccie di glutine).

venerdì 2 maggio 2008

1° MAGGIO ...


Un bel sole e un odore di primavera... gelsomino, fiori d'agrumi e erba fresca che si mescola a un penetrante e appetitoso odore di carne alla griglia.
Il 1° maggio a Roma, in una colarata periferia, è esattamente questo e qualcos'altro ...
Un lungo tavolo e un' allegra brigata rumorosa, alle prese con un pranzo pantagruelico.
Il menu è presto detto:
bruschette profumate all'aglio con pomodorini pizzutelli

Trionfo di carne alla griglia (braciole, bistecche, spuntature e salsiccie)
che ha proprio un altro sapore ... vero?!!!!

Verdure grigliate e soprattutto ... loro
Fave e pecorino
protagoniste indiscusse della primavera romana!
Ma il vero tocco da chef lo hanno dato i sorrisi dei partecipanti al banchetto e soprattutto i padroni di casa!
Buon 1° maggio ... lavoratori!!!!

domenica 27 aprile 2008

Cambiamenti in corso d'opera



Allora tutto è cominciato quando all'ora di pranzo di un soleggiato sabato decido di viziarlo con un dessert a chiusura di un pranzetto veloce improvvisato con quello che "passava il Convento", quindi molto poco e soprattutto congelato!
Ma con un paio di uova, del latte sull'orlo della scadenza, pere e il pezzo forte un vasetto di GIACOMETTA perchè non fare delle crepe veloci veloci? Perché Lui ha appena buttato il goccio di latte che io presa dall'anticonsumismo ero intenzionata ad utilizzare prima dell'estremo saluto!
Allora visto che un uovo era già stato sacrificato ho cambianto i miei piani....tortino alle pere!

Ingredienti per 4 tortini c.a.
2 uova intere
3 cucchiai colmi di zucchero
4 cucchiai colmi di farina 00
1 pera
cannella
zucchero di canna
40 g di burro fuso
aroma di vaniglia
2 cucchiai di crema alla gianduia (GIACOMETTA!!)
1/2 bustina di lievito per dolci

Con una comoda frusta elettrica montare le uova con lo zucchero. Aggiungere a pioggia la farina setacciata, il lievito e qualche goccia di aroma di vaniglia. Intanto tagliare la pera a tocchetti e condirla con lo zucchero di canna e la cannella. Unire poi la pera all'impasto e i cucchiai di crema di gianduia evitando di amalgamarla troppo.
Versare l'impasto negli appositi stampini ben imburrati, (io preferisco quelli in alluminio usa e getta) e cuocere in forno a 200° per 20 min. circa

martedì 15 aprile 2008

Il comino dei prati



Insomma, talmente ero presa dal pensiero di sperimentare la pasta fillo, finalmente scovata, (sotto casa!!!), che al posto del cumino (necessario per fare un aperitivo marocchino) ho afferrato, al supermercato, distrattamente, la boccetta del semino in questione. Ad una più attenta analisi, mi sono accorta della gaffe che si è rivelata l'occasione per conoscere questa spezia dalle innumerevoli qualità (vi consigno di dare una letta a questa scheda). E allora, alla luce della mia scoperta sono cambiati anche i miei piani culinari e ho pensato a un piatto che fosse un incontro di spezie in un piatto tradizionale:

"Polpette speziate ... ma soprattutto inventate"

Ingredienti
400 g di macinato
3 fette di pan carré
1/2 bicchiere di latte
1 uovosale q.b.
pepe q.b.
1/2 cucchiaino di semi di comino dei campi
curry q.b.
zenzero q.b.
1 spicchio d'aglio
passata di pomodoro
pangrattato
vino bianco per sfumare.

Ridurre in briciole le fette di pan carré e ammorbirle con il bicchiere di latte. Unire la carne macinata e l'uovo. Amalgamare bene mentre si aggiungono le spezie e il sale.In una padella, rosolare uno spicchio d'aglio leggermente schiacciato e unire la passata. Intanto, preparare le polpettine, passarle nel pangrattato e unirle al sughetto. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e lasciare cuocere le polpette per un 15 min. circa. Infine aggiustare di sale.

domenica 6 aprile 2008

Pasticcerologia comparata


Dopo un pomeriggio di ricerche e comparazioni tra diverse ricette nei miei blog preferiti ho messo a punto la crostata.
Un po' per scommessa, un po' perchè in effetti troppe porole e pochi "piatti", alla richiesta dei miei colleghi di portare l'innumerevolmente citata torta al cioccolato, poiche' in cucina sono come Paganini "non ripeto", ho deciso di provare una nuova ricetta.
Volevo comunque proporre qualcosa di cioccolatoso e goloso... ma non troppo. Una crostata crema di ricotta e nutella, con pere alla cannella, mi è sembrato un buon compromesso tra la torta casalinga e qualcosa di obbiettivamente godurioso... cioccolato e pere!!!
Allora scopiazza di qua e scopiazza di là... et voilà:

Ingredienti
per la pasta frolla (6 porzioni):

200 g di farina
100 g di burro morbido
100 g di zucchero
scorza grattuggiata di limone (non trattato)
2 tuorli
1 pizzico di sale

per il ripieno:
1 o 2 pere Kaiser (dipende dalla grandezza)
nutella (dipende da quanto si è golosi, io ho messo due cucchiai colmi)
350 g di ricotta di pecora
cannella q.b.
3 cucchiai di zucchero di canna

Tagliare a spicchi la pera e condirla con lo zucchero di canna e la cannella.
Lasciare riposare il tutto e cominciare a preparare la pasta. Amalgamare il burro morbido con lo zucchero, aggiungere una per volta i tuorli, la farina setacciata a pioggia e le scorze di limone.
Amalgamare l'impasto e non lavorarlo troppo, altrimenti ne viene compromessa la friabilità.
Dopo aver preparato un panetto, farlo riposare in frigo per almeno un'ora.

Stendere la pasta con uno spessore di un centimentro, disporre le pere condite a raggiera e versare sopra la crema.
Infornare per circa 40 min. a 180 gradi.
VARIAZIONI SUL TEMA
  • Nel caso in cui i rimorsi di coscienza vi assillino o, caso remoto, non amiate la nutella, io consiglierei anche una versione in bianco. Alla ricotta, ben lavorata aggiungere della vaniglia (i semini di metà stecca), dello zucchero di canna q.b., e delle noci tritate grossolanamente, un po' di scorza di limone. Per il resto attenersi alla ricetta madre!

sabato 29 marzo 2008

Pasqua e Pasquetta bagnate... ma fortunate


Ignorando completamente un' incessante e torrenziale pioggia, quest'anno, per Pasqua e Pasquetta ci siamo concessi due belle gite fuori porta: in ordine Orvieto, Lago del Turano e Rieti.
Devo ammettere che il tempo ha reso veramente impervia la nostra passeggiata, che tra domenica e lunedì ha sfidato, pioggia, neve e qua e là, grandine. La difficoltà di riuscire a godere delle bellezze naturali e architettoniche da sotto un ombrello ci ha fatto venire un certo appetito.

Come non approfittare, allora, della ricca tradizione culinaria umbra e sabina per riposare la menbra stanche e soprattutto bagnate?
Per cominciare, passeggiando per i vicoli di Orvieto, abbiamo trovato una trattoria segnalata dalla guida del Gambero Rozzo, garanzia per le tasche e per la panza! "La Volpe e l'Uva", Via Ripa Corsica 1/2, 05018 - Orvieto (Tr), Tel.: 0039 0763 341612.



Ecco il menu fotografico della Volpe e l'uva:

Lardo con crostini al miele di cardo

Lumbrichelli al radicchio con scaglie di tartufo

Abbacchio ai carboni con pomodorini e scalogno


Il giorno di Pasquetta, invece, dopo aver bussato a tante porte a menu fisso, finalmente siamo approdati in una piccola Trattoria accogliente, dalla cucina schietta e soprattutto di qualità: Trattoria "La Favorita 1982", Rieti, Piazza Cavour n. 3 - 02100 (Tel.: 0039 0746 494043 - chiuso la domenica), Chef Coltella Mario.
Così è stato un vero piacere assaggiare ravioli ripieni di ricotta di bufala, un tenero arrosto di vitella e un gustosissimo abbacchio al forno.
Ma soprattutto, per finire, una deliziosa crostata fatta in casa con confettura di fragole, preludio ad una primavera che tarda un po' ad arrivare!


mercoledì 19 marzo 2008

Alla ricerca del cheesecake perfetto....


Con un margine di errore irrilevante, con quasi assoluta certezza, posso affermare che il "cheesecake " nelle sue innumerevoli varianti è uno dei miei dolci preferiti.
Dopo aver preso coscienza di questa verità e averne fatto partecipe l'etere, mi sono ripromessa di assaggiare e provare a creare il MIO "cheesecake perfetto". Non dico che cucinerò le INNUMEREVOLI varianti a cui facevo riferimento ma credo proprio che non mi fermerò a questo secondo esperimento. Secondo.....esatto...perchè in realtà il primo non credo che lo pubblicherò in quanto frutto di casuali accostamenti di ingredienti.
Solo per iniziare una disquisizione about ho cominciato con la versione dei cheesecake cotti ma il prossimo passo sarà realizzarli con il formaggio fresco (il più buono l'ho mangiato in Portogallo a Braga capitale della spiritualità e per me di godurioso piacere culinario)
Per questo post, invece vi propongo la versione di Fiordizucca con qualche piccolissima modifica.

Cheesecake lamponi e cioccolato bianco

Ingredienti
200 gr di biscotti al cioccolato tipo digestive
80 gr di burro sciolto
125 gr di panna
100 gr di cioccolato bianco
250 gr di mascarpone
250 gr di formaggio morbido tipo philadelphia
110 gr di zucchero
2 uova
una vaschetta di lamponi
zucchero a velo per decorare

Sbriciolare i biscotti con l'aiuto di un mixer emalgamarli nel frattempo con il burro fuso.
stendere l'impasto di briciole in una teglia dal bordo amovibile o in alternativa si puo usare una teglia di alluminio usa e getta (che a fine cottura può essere rotta per estrarre la torta intonsa).
Lasciare rappreddare la base in frigo per circa 30 min.
Procedere intanto con la preparazione della crema. Mettere su fiamma bassa, in un pentolino, la panna liquida alla quale, al momento dell'ebellizione, verrà aggiunto il cioccolato bianco a pezzetti. Girare finchè il cioccolato non sarà completamente sciolto.
Lavorare con una frusta elettrica mascarpone, philadelphia e zucchero finchè la crema non apparirà bella liscia. Aggiungere un uovo per volta e la panna. Infine unire i lamponi al composto avendo cura di non romperli.
Nel frattempo accendere il forno ad una temperatura di 150 C°.
Disporre la crema sulla base di biscotto e informare per 1 ora e 30 circa, avendo cura che la superficie non si scurisca troppo.
Infine, lasciare raffreddare la torta prima di farla riposare in frigo per una notte.
Decorate a piacere e con molta creatività!

domenica 9 marzo 2008

I miei muffin al limone


In onore dei profumatissimi limoni dell'albero di Alberto...

Ingredienti

Per 6 muffin:
180g di farina (di cui 100 g di farina di riso)
40g di zucchero di canna
60g di burro
75g di ricotta di mucca
il succo e la scorza grattuggita di un limone non trattato
1 uovo leggermente sbattuto
125 ml di latte
qualche goccia di estratto di mandorla amara
2 cucchiai di lievito per dolci

Mescolare insieme tutti gli ingredienti asciutti (le farine, il lievito, lo zucchero, la scorza di limone). Aggiungere gli altri ingredienti (il burro fuso, un uovo leggermente sbattuto, la ricotta, il succo di limone e l'essenza di mandorle). Il segreto sta nel non lavorare eccessivamente l'impasto. Dunque amalgamare gli ingredienti con un cucchiaio di legno lasciando l'impasto un po' grumoso.
Nel frattempo avrete preriscaldato il forno a 175° e sarà pronto ad informare per 20 minuti i pirottini dei maffin, accuratamente imburrati (a meno che non si usino dei pirottini in silicone), riempiti a metà.
Lasciarli intiepidire prima di assaggiarli!

giovedì 21 febbraio 2008

Torta al cioccolato a prova di "controllo qualità"


Queste sono le quantità consigliatemi dall'inventore ignoto della torta...

Ingredienti per la crema al cioccolato:
300g di cioccolato fondente extra amaro (Novi al 72% di cacao amaro)
100g di burro (compreso un pezzetto per imburrare la teglia)
12 cucchiai di latte

Ingredienti per la crema:
3 uova intere
5 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di farina

Invece io le adatterei un tantino in base alla disponibilità della mia dispensa e ai miei gusti!

180g di cioccolato fondente extra amaro 70-80%
60g di burro
8 cucchiai di latte
2 uova
3 cucchiai e 1/2 di zucchero
meno di un cucchiaio di farina
2 cucchiai di levito per dolci

§ Versare i cucchiai di latte in un pentolino aggiungendo il burro; mettere il preparato sul fuoco a fiamma bassissima e con spargifiamma; appena inizia a sciogliersi aggiungere il cioccolato fondente extra amaro (72% di cacao); togliere dal fuoco e far intiepidire leggermente.

§ Mettere in un recipiente le uova intere con i cucchiai di zucchero, sbattere il tutto molto bene (a zabaione), aggiungere poi 1 cucchiaio di farina e due di lievito (è una mia aggiunta per rendere un tantino più presentabile la torta). Dopo di che unire le due creme amalgamandole molto bene, versare il composto ottenuto in una teglia imburrata e spolverata con pangrattato. Infornare a forno caldo (180°) per circa 20 minuti.

Spegnere il forno, togliere la torta e lasciare che l’impasto si ritiri, se si vuole, spolverare con zucchero a velo. Si può servire anche con panna montata.

lunedì 18 febbraio 2008

Il pranzo della domenica



Il piatto forte di questa domenica ve lo servo tiepidino, visto l'ora in cui pubblico il post.

Un altro racconto per voi di Fabrizio Pizzuto. Buon appetito!

Gennaio

Dunque sono sei mesi adesso che non faccio l’amore… lo so con certezza, perché lei prese l’aereo il giorno dei fatti di cronaca nera del mio paese, qualche anno dopo ovviamente…. quando la città era in fiamme e un nostro conoscente fu arrestato per aver ucciso due persone e mancate altre due… i responsabili dell’incendio… lui fu denominato Il giustiziere e nessuno lo odiò… almeno così dicono, non ho parlato con tutti… le fiamme arrivarono fin sotto al rifornimento di benzina di mio padre… c’era ancora mio padre… oggi è sei mesi dopo, meglio tre anni e sei mesi dopo… e io non ho mai più toccato una donna dopo la sua partenza… sia chiaro quel giorno ci siamo lasciati, ma io non ho toccato più una donna lo stesso, perché è così…

Insomma sono sei mesi oggi ed è domenica, ed ho invitato una donna a pranzo… credo che tenterò di fare qualcosa, almeno forse, mi sento un po’ ottimista… nel senso che mi sembra che mi va… poi magari non va a lei.. ma sarebbe già qualcosa se mi decidessi a provare… si insomma a provare a essere più verso lì, che verso l’amicizia… corteggiare, si, dicono così…

Sara ha i capelli castano rossicci e due grandi tette… è dolce e ha bei fianchi e un bel sorriso… studia architettura… non sopporta i film horror, ma nessuno è perfetto..

Mentre metto su la padella con un filo d’olio e uno spicchietto d’aglio non so ancora cosa le preparerò… ma mi sento bene, e sto danzando iconoclash di Boosta, ascolto i suoi remix e sentendo i feeling like in a dolce vita simulo di accoppiarmi col frigorifero… quanto sono idiota… ho messo la selezione casuale dei brani ed è ancora più figo… mentre immagino le sue tette danzarmi sul ventre, o piuttosto l’esplosione del suo sorriso sopra il mio, opto per le tagliatelle, mentre l’acqua riscalda, taglio i pachino in quattro parti… passo le cozze già sgusciate al vino bianco… ah, il vino, la scelta più difficile, Segreta Planeta… abbastanza buono, non il miglior Planeta ma buono… ma un vino de li castelli, già aperto, per sfumare e per me… poi aggiungo le cozze al sughetto… che poi è pomodoro e olio con aglio soffritto, niente sughi pronti, tolgo l’aglio solo alla fine e il pomodoro lo schiaccio un po’ per far uscire il sugo, che di olio ne metto poco… un pizzico di basilico… ah, io aprirei con formaggio salato e miele, che dite? Magari pecorino e miele, una cosa così… Si, già la vedo che sorride di piacere… tutto sommato voglio più che sorrida che altro… ok, certo, vorrei pure altro ma mi sento un po’ maschilista a pensare così, deve essere colpa della mia storia con Laura, quella cazzo di militante femminista mi ha alterato la natura, è così bello essere un porco a volte… che c’è di male, mica esagero mai… però in fondo Laura mi piaceva perché era lesbica… ok ok, ma questa è un’altra storia..

Insomma tra qualche ora viene lei e io ho completamente dimenticato i motivi della mia lunga astinenza… già mi vedo, come un coglione a dire cose carine… forse è meglio bere, e far bere, stimola la sincerità, dicono così, disinibisce… ma poi cos’è la sincerità, quali sono le cose sincere? che poi magari è vero che mi piace, ma è così sciocco dirlo da sobri…

Un aggiuntina di peperoncino piccante può andare… poco, perché so che lo gradisce, ma non so se lo regge, ne ho uno che insaporisce, ma non brucia granchè, me lo hanno portato… ho della grappa per chiudere e dell’ottima uva bianca, ma quella va mangiata assieme alla seconda bottiglia di vino bianco… si, si… che ne dite? e se lei si ferma basterà riempirle il bicchiere ogni tanto… mica per scoparmela per forza, eh… per esserci divertiti… si, diciamo così… adesso sto danzando dancing like a chat… rock n roll robot… Camerini è sempre Camerini…

I dolci non li so fare… li adoro ma non li so fare, non ho mai pensato di potermici applicare perché lo considero un taboo… insomma secondo me qualche mancanza ci va… ne ho più di una ma questa è in particolare, non mi sforzo per guarire… è un taboo, ecco… niente dolci, li dovrà fare lei, o una lei un giorno…

Mamma li sapeva fare, e anche zia, ma non ho mai rubato le ricette… le rubavo le ricette di tutto, ma non dei dolci, quello era un momento suo… aspettavo spanzato davanti alla tv e vedevo il dolce pronto… vedevo i cartoons, la corsa più pazza del mondo con dick dusterdley, o come diavolo si scrive… poi più grande vedevo i film di Landis o la saga di Ritorno al futuro… ma la scena era uguale… nella mia fantasia ho passato tutta l’infanzia aspettando il budino alle fragole di mamma, davanti a Ritorno al futuro, tutto preso dalle vicende di J.Fox…

Sara sarà qui a momenti e io non ho ancora finito… non faccio l’amore dalla data di partenza di Laura, quella cazzo di militante lesbica, che è anche l’anniversario dell’incendio al mio paese, in Sicilia… ma tre anni dopo… vivo a Roma da dieci anni adesso però, ma tre anni fa, quando tutto prese fuoco e i colpevoli furono giustiziati, io ero lì… non faccio l’amore e non so se oggi lo farò, ma forse neanche mi andrà… e in fondo adesso l’unica cosa che ho a cuore, è il perfetto dosaggio degli ingredienti nelle mie tagliatelle… il pachino, le cozze, il vino, scegliere una seconda bottiglia, il basilico fresco, ricordarmi di togliere l’aglio, un peperoncino che picca ma poco, non per me ma per lei… un qualcosa, una cosa qualsiasi che faccio per lei, che nemmeno conosco, e che forse manco voglio, ma è così… la verità è una cosa così… il resto sono menate da scrittori di serie B.

Voglia di Francia



Sabato mattina, finalmente, dopo la voglia che mi aveva scatenato la lettura di un post del Cavoletto, ero davanti ad una costosissimo banco della frutta a Campo dei fiori per soddisfarre il mio desiderio di Francia. Alla modica cifra di 18 euro al kilo ho acquistato due costoline di Rabarbaro. Prima del mio soggiorno in Francia non avevo un'idea precisa dell'utilizzo del Rabarbaro. La mia conoscenza si fermava a delle caramelline che trovavo a casa dei miei nonni. Insomma cose di altri tempi!! Poi, in una di quelle mattine di bighellonaggio nella Ville, entro in una boulangerie e assaggio una tarte buonissima; l'amarognolo del rabarbaro insieme al profumo del burro salato è stata una piccola scoperta e quel sapore ho provato a ricrearlo a casa mia.

Questa è la mia versione!

Ingredienti per 5 tortine:

Per la pasta sablé
60g di burro salato
40g di farina
un quarto di cucchiaio di lievito per dolci
2 cucchiai da cucina di zucchero
1 tuorlo d'uovo

Per il ripieno
2 costole di rabarbaro
10 cl di crème fraiche (in alternativa si può usare della ricotta di mucca resa cremosa da della crema di latte)
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di farina (meglio di riso)
cannella q.b.
aroma di vaniglia

Mescolate la farina con il lievito e lo zucchero. Aggiungete un tuolo d'uovo, mescolate velocemente per poi strofinare tra le mani la pasta per ridurla in briciole. Aggiungete il burro fuso per formare sempre impastando velocemente un panetto. Lasciate riposare.
Lavate, private della pelle e dei filetti il rabarbaro. Tagliatelo a tocchetti e lasciatelo marinare in un cucchiaio di zucchero per una mezzora.
Formate una crema mescolando crème fraiche, il tuorlo d' uovo, un ultimo cucchiaio di zucchero, aroma di vaniglia, cannella (a seconda del vostro gusto) e infine i tocchetti di rabarbaro.
Stendete con la punta delle dita la pasta in piccole formine e riempite le tortine con la crema di rabarbaro.
In un forno già caldo infornatele per una mezz'ora circa a 200°.
Servitele tiepide.

mercoledì 13 febbraio 2008

Cous cous!


Sto per mandare un post in una bottiglia che dovrà attraversare l'oceano e approdare sulle coste del " nuovo" mondo.

La richiesta di un amico è il pretesto per pubblicare la mia prima ricetta. Intendo mia mia. Insomma proverò a raccontare come cucino il cous cous di verdure. Sono quasi certa che lo abbia sempre e solo fatto in versione vegetariana e quindi per un'eventuale versione di pesce rimando al mio blog di fiducia (del quale sono una grande estimatrice!!!).

Una piccola avvertenza! Il primo grande limite di questo post saranno le dosi. Si! lo confesso abuserò dell'espressione, per molti irritante, del "quanto basta", ma sono sicura che, per chi la cucina rappresenta un momento di creatività e di sperimentazione, l'approssimazione al proprio gusto rende tutto più divertente!

Munirsi di semola precotta e tante verdure:
carote, patate (preferibilemente a pasta gialla, perche meno farinose), rape bianche, zucchine, zucca, cipolle (meglio rosse se possibile), ceci, sedano e peperoni.

Le verdure vanno tagliate a pezzettoni della stessa misura ma, avendo un tempo di cottura diverso, vanno immerse nel brodo in successione.
Quindi in una pentola (meglio se una couscoussiera) fate rosolare, uno spicchio di aglio, una cipolla tagliata a spicchi belli grandi, del sedano e della passata di pomodoro. Dopo di che buttate nella pentola patate e carote, lasciandole insaporire mentre si gira con attenzione. Allungare il sugo con abbondante acqua. Dopo circa 15 minuti di cottura possiamo aggiungere il resto delle verdure. Poi le spezie, il momento più divertente!
Si può usare sia un curry, ovvere una miscela già pronta di diverse spezie, (ce ne sono alcuni miscelati proprio per il couscous) oppure provare a mixare, nella quantità che preferiamo, cumino, curcuma, fieno greco, bacche di cardamomo (i semi interni di due o tre bacche), noce moscata, zenzero e peperoncino.

Per quanto riguarda la semola, se non si utilizza una couscoussiera, io conto che un bicchiere di semola corrisponde a due dosi e deve essere preparato con una uguale quantità di acqua o brodo. Se si prepara la semola come un tabulè di solito uso della semplice acqua ma visto che abbiamo dell'ottimo brodo insaporito dalle verdure direi di prelevare la quantita necessaria per far gonfiare la semola.
NB. Per sgranare al meglio il cous cous lasciare che la semola sia coperta omogeneamente dal brodo e che lo assorba tutto senza girare.Irrorate con dell'olio e spezzate con le mani delle foglioline di menta. Infine con una forchetta sgranate la semola con pazienza.
Appena le verdure sono tutte cotte, disponete in ogno piatto della semola asciutta e versate sopra a ciascuna porzione il brodo e le verdure stando attenti a non esagerare creando una pappina.
Et voilà!!