Mia nonna aveva la pelle scura per il sole, gli occhi piccoli e verdi, lo sguardo penetrante, le mani magre e callose. Quando usciva di casa per noi bambine era un po' un mistero. Non sapevamo quando sarebbe rientrata e che cosa avrebbe avuto nel suo cesto di vimini.
Potevano essere uova ancora tipide per la covata, frutta succosa e verdure sporche di terra rossa.
Ricordo che davo per scontato quell'abbondanza, ricordo che non pensavo che la vita dei miei nonni potesse essere qualcosa di cui vantarsi o ostentare. Per me quello era il duro lavoro di tutti i giorni.
Ora vivo in questa citta' e accendendo la televisione vedo bella gente, bionda con stivali in gomma griffati, entusiasti mentre zappano il loro orticello metropolitano e sgrullano la lattuga dalla terra.
Se da un lato trovo encomiabile il ritorno al cibo naturale, all' orto e le sue meraviglie, dall'altro, quando ascolto sperticate lodi di giovani chef all'arrembaggio non posso fare a meno di sorridere pensando alle faccie segnate dei miei nonni e a quali potrebbero essere i loro commenti.
Per questo post cucino una zuppa contadina, servendomi dell'epiteto proprio come avrebbero fatto quegli chef. Eppure per me era solo una zuppa fumante e profumata, fatta di ingredienti di stagione. Quelli che dovevi aspettare. Una zuppa che mangiavo quando arrivava la bella stagione.
Questa versione e' assolutamente fedele alla tradizione ciociara per quanto riguarda cottura ed ingredienti. La presentazione, pero', e' un omaggio alla Puglia dove le fave vengono servite in purea accompagnate da cicoria ripassata.
La fetta di pane abbrustolita e' previta, in realta', anche nella versione laziale, quindi questa soluzione mi sembra un buon compromesso.
250 g. di fave fresche o surgelate gia' sgranate
3/4 cipolle di grandezza media
2 limoni non trattati
Qualche foglia di basilico
Olio sale e pepe macinato fresco
Pane vecchio di qualche giorno.
Scagliette di ricotta salata o pecorino per guarnire
In una pentola dal fondo alto far rosolare le fave con le
cipolle tagliate a fette piuttosto erte e sfumare il tutto con il succo di un
limone. Aggiungere poi della scorza grattugiata.
Dopo cinque minuti aggiungete l’acqua bollente fino a
coprire le verdure.
Lasciate cuocere la zuppa per un bel po’ avendo cura di
aggiungere acqua sempre bollente quando vedete che si sta asciugando.
Io l’ho fatto andare per un’ora e mezza (le mie fave
purtroppo erano un po’ durette).
Quando le fave si saranno ammorbidite abbastanza,
aggiungete qualche foglia di basilico e date una frullata veloce con un mixer
ad immersione. Lasciate il purè un po’rustico.
Abbrustolite le fette di pane in forno. Se vi piace
l’aglio, potete strofinare uno spicchio sulle fette di pane prima di
infornarle.
Adagiate poi la purea, buona anche tiepida o fredda sul
pane caldo e croccante e guarnite il tutto con scaglie di pecorino o ricotta
salata.